Perché? È difficile dirlo. Prima qualche evento personale traumatico, che ha frustrato per qualche tempo la mia creatività. Poi è arrivato il Covid, e invece di approfittare del lungo lock down per rimettermi al lavoro mi sono fatta prendere dall’ansia da pandemia (per cui è stato meglio che non abbia prodotto nulla, sarei riuscita a scrivere solo un manuale dal titolo “Mille e uno modi per evitare il contagio”). Infine il lavoro; essere una “videoterminalista” in smart working ha indubbiamente moltissimi vantaggi, ma dopo una giornata seduta al pc, sempre nello stesso ambiente, con Google Home come unico interlocutore e la macchinetta del caffè talmente a portata di mano da riuscire a prepararlo praticamente senza staccarsi dalla tastiera, a chi viene voglia, dopo cena, di rimettersi davanti a un foglio word per coltivare la propria passione?
E così, pian piano, come un fuoco abbandonato a se stesso nel camino, si è spenta. E il mio tempo libero è stato fagocitato da altro: una parte rubata dall’attività lavorativa (“visto che ci sono, anche se è tardi, vado avanti, altrimenti me lo ritrovo da fare domani”), l’altra da vari impegni, tutti di fondamentale importanza, ma che di fatto nulla avevano a che fare con quello che comunemente si definisce svago.
Ora che finalmente sto riuscendo a rimettere un po’ di equilibrio nella distribuzione del mio tempo, la magia si è realizzata: la mia musa ispiratrice è tornata. E sapete come? Mi sono ritagliata, di nuovo, il tempo per leggere. Anche quando non ne avevo voglia, anche quando mi si chiudevano gli occhi dopo poche righe.
Umberto Eco diceva: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Ed è una grande verità: leggere ci permette di evadere in modo semplice e veloce dalla nostra quotidianità, di immedesimarci nelle vicende dei personaggi e vivere le loro stesse passioni, di fare il giro del mondo stando comodamente seduti sul divano. E ci spinge a sognare, a volare con la fantasia… così ho iniziato a buttare giù qualche idea disordinata su un foglietto, che poi è diventata la struttura di un racconto. Col passare del tempo le idee si sono moltiplicate al punto che ho “dovuto” comprare un organizer per metterle in ordine (non è vero, bastava un quaderno, ma era tanto carino… e poi era in offerta…).
Ora il mio tempo libero dovrò dividerlo tra lettura e scrittura, ho in cantiere un paio di racconti e il progetto di pubblicare una raccolta. Non so quanto tempo ci vorrà, ma lo farò.
Prima di chiudere questa riflessione, però, ho una domanda e un suggerimento di lettura per voi.
Cominciamo dalla prima, che è rivolta a chi, come me, si diletta nella scrittura: cosa muove la vostra ispirazione? Da dove nascono le vostre idee e come le tramutate in storie?
Il suggerimento di lettura, invece, è il libro che più di tutti ha stimolato la mia voglia di ricominciare: La cacciatrice di storie perdute di Sejal Badani. Dire che non potete perdervelo sembra quasi una battuta, ma è la verità, soprattutto se siete affascinate dalla cultura orientale e dalle donne forti che combattono per rivendicare il proprio spazio nel mondo e realizzare i propri sogni.
A presto… spero! 😉
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